Partenza ore sei del mattino, destinazione Valle di Scalve e passo di Belviso, , oltre il passo della Presolana.
Una meta non del tutto nuova, la storia del disastro della diga del Gleno mi aveva già portato in valle, ma il cammino era terminato nei pressi della Diga, a circa un’ora dal borgo di Vilminore di Scalve.
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La meta di oggi è il Passo di Belviso, augurandoci che il meteo regga e che la neve non sia ancora troppo abbondante in quota.
Il Passo di Belviso è un valico che mette in comunicazione la Valle di Scalve con la zona dell’Aprica e precisamente la Valle del Gleno con la Valle di Belviso.
La sua altitudine è di mt.2518 ed il dislivello da superare da Vilminore è di circa 1250 mt.
Il viaggio in auto è tranquillo e il traffico moderato ci permette di arrivare a Vilminore per le ore 8.
Lasciata l’auto a Pianezza, bellissimo borgo, con pareti affrescate una bellissima fontana e la Chiesa dedicata a San Lorenzo, ci incamminiamo sul sentiero 410 che non lasceremo sino all’imboccatura con il 411.
Oltrepassate le prime case, finemente ristrutturate, inizia la salita dapprima seguendo la strada sterrata, successivamente in sentiero che si inoltra nel bosco, prendiamo a sinistra e seguiamo le indicazioni per la Diga del Gleno ed il Passo di Belviso. Numerosi cartelli segnaletici illustrano la storia della Diga.
Lasciando sempre sulla sinistra la tubatura che scende dal bosco guadagniamo rapidamente quota, uscendo poi dal bosco godiamo di uno spettacolo meraviglioso, l’alba sulle cime della Presolana e del Ferrante.
Giusto il tempo per una foto e si prosegue su sentiero adesso pianeggiante ma suggestivo, in parte scavato nella roccia e rubato alla montagna.
Lo spettacolo è emozionante il canyon della Valle del Gleno sembra non avere fine di quanto è profondo.
Proseguiamo su sentiero ben tracciato e risaliamo la sinistra del torrente ammirando la potenza delle acque del disgelo che abbondanti scendono dalla valle.
Tra i resti di un inverno recente, nevai e accumuli non si contano, camminando si possono ammirate distese di crocus bianchi e violetti, segno della primavera
Ci lasciamo alle spalle a mt. 1550 la prima Malga del Gleno, poi a 1818 la Malga di Mezzo.
Il meteo minaccia, ma decidiamo di proseguire per il passo, il sentiero si perde tra gli accumuli di nevi, diventa difficile trovare il guado del torrente che si fa impetuoso e colmo d’acqua.
Riusciamo ad intravedere un passaggio, lo superiamo e iniziamo una ripida salita tra rocce, ammirando in tutta la sua maestosità la valle sottostante.
raggiungiamo la Malga alta a mt 2091, qui non con dispiacere decidiamo di rinunciare alla salita al passo, inizia a piovere il cielo si fa scuro e iniziamo a ridiscendere la valle, raggiungiamo la Malga di Mezzo, per uno spuntino e qualche immagini alle marmotte.
Con velocità raggiungiamo la Diga, poi Pianezza, una visita alla Chiesa di San Lorenzo, ed un caffè all’Arboreto Alpino, Sicuramente un’incompiuta, ma ne è valsa veramente la pena, ci ritorneremo, un grazie a Vittorio per la compagnia!