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Un itinerario particolare, scoprendo l’ultimo baluardo , attorno all’enorme area industriale dismessa a Sesto San Giovanni.
Sesto San Giovanni, Città delle fabbriche, o meglio città delle ex fabbriche, una memoria di qualche decennio or sono, quando fiumi di operai scendevano alla stazione, e ognuno si incamminava verso la sua fabbrica, la sua vita, la sua speranza per il futuro.
Immagino i cartelli indicassero le varie aziende, le più importanti forse, Breda, Marelli, Falck, Pirelli, Osva, Campari, Gabbioneta Pompe, ecc
Le alte torri
Ormai le alte torri, servono solo come monito, ricordo, quando non vengono riconvertite a ripetitori per apparati cellulari, la loro funzione è persa, cosi come a poco a poco generazione dopo generazione si perde il ricordo, delle tute Blu.
Delle loro lotte dei loro diritti acquisiti, delle loro vite, delle nostre che da figli ogni sera, ogni notte, ogni giorno, in base ai turni aspettavamo tornare i nostri padri.
Le vaste aree dismesse, per ora racchiudono progetti, idee, intenzioni, racchiudono scheletri che non vogliono scomparire, come ultimo baluardo di civiltà operaia.
Espressione di creatività
Le mure di queste fortezze del lavoro, sono espressione di creatività, ogni murales sembra essere al posto giusto.
Quasi in funzione dello spazio che occupa, rende meno anonimo un tragitto che per decenni hanno percorso generazioni di lavoratrici e lavoratori.
Oggi nessuno ci pensa, si passa, noncuranti degli indizi che ancora resistono, che permettono almeno una frammentaria ricostruzione del tempo e dello spazio.
Si pensa oggi a organizzazioni di lavoro efficienti, veloci, addirittura smart o home, le nuove fabbriche faranno la fine delle vecchie?
Torri, reticolati, barriere e inferriate, per proibire l’accesso ai non autorizzati, i più lo erano, le migliaia di operai che facevano i loro ingressi in fabbrica scandito dalle sirene dello stabilimento Unione della Falck.
Oggi i viali del lavoro si sono tramutati in viali a scorrimento veloce, in percorsi di jogging, in parcheggi.
Rimangono ancora per poco luoghi di passaggio, temporale e spaziale, uniscono e dividono la storia passata con l’attuale, strizzando l’occhio alla futura.
Brandelli, l’ultimo baluardo, un frammento che racchiude in se tutto un periodo.
Termina qui, dove termina anche la strada che ho percorso oggi, il mio breve viaggio attorno a Viale Italia, Un viaggio brevissimo in confronto alla storia di questi luoghi.
Ma si dice che basta il pensiero, pensiero che non mancherà mai tutte le volte che mi ritroverò a riguardare queste immagini